Si parla di febbre quando la temperatura corporea aumenta al di sopra dei valori normali, cioè oltre i 37,2-37,5°C.
Cause, quando preoccuparsi e cosa fare.
Quest’alterazione è causata da uno spostamento a valori patologici del sistema di regolazione dell’ipotalamo, per azione di mediatori chimici endogeni: le citochine pirogene. Questi pirogeni endogeni sono liberati in risposta all’azione di agenti infettivi e dei loro prodotti (pirogeni esogeni) oppure a focolai infiammatori e necrotici di natura non infettiva. La febbre è, quindi, una risposta immunitaria di fase acuta a varie cause capaci di indurre infezione e/o malattia e rappresenta un segno clinico comune a molte condizioni mediche.
Per il nostro organismo, è molto importante mantenere una temperatura interna relativamente costante, poiché in questo modo i vari processi metabolici possono avvenire ad una velocità ottimale.
La febbre rappresenta una reazione dell’organismo a fenomeni capaci d’influenzare il valore della temperatura corporea, come una malattia o un’infezione, ma non è di per sé una malattia. Questa manifestazione è da considerare, infatti, un sintomo.
Normalmente, in un individuo sano la temperatura corporea è compresa tra i 36,4 ed i 37,2 gradi centigradi (°C). Tuttavia, durante la giornata l’ambiente termico interno subisce delle variazioni legate all’attività ciclica del metabolismo e di alcune sostanze biologiche secrete con ritmo cardiaco.
Sapevi che…
La fluttuazione della temperatura corporea durante la giornata fa sì che verso le ore 18 l’atleta raggiunga il suo massimo livello prestativo. Una temperatura leggermente superiore alla norma migliora infatti la velocità di propagazione degli stimoli nervosi ed aumenta il metabolismo, facilitando la produzione di energia.
La temperatura varia leggermente nelle varie parti del corpo umano. Nella pratica clinica, il parametro viene misurato in corrispondenza di uno dei seguenti punti: cavità orale, ascella o retto.
Lo sapevate che…
La temperatura corporea è uno dei parametri vitali utili a monitorare le condizioni di un paziente: la misurazione della temperatura corporea può essere utile per controllare se una persona è malata o se il trattamento terapeutico sta funzionando in modo adeguato.
Il valore rilevato in sede rettale si avvicina con maggiore precisione alla reale temperatura interna (circa 37°C ± 0.5°C). La temperatura ascellare è, invece, più bassa rispetto a quella centrale (36,6°C ± 0,5°C), così come quella sottolinguale che è inferiore di circa 0,2-0,5°C.
La temperatura più affidale sarebbe, in ogni caso, quella esofagia inferiore.
La temperatura corporea è compresa in un intervallo di 36,4-37,2°C.
La febbre viene definita quando in un adulto la temperatura corporea supera i 37,2-37,5°C.
Un bambino ha la febbre quando la temperatura è pari o superiore a uno di questi livelli:
La temperatura corporea è regolata dall’equilibrio tra termogenesi e termodispersione, cioè la produzione e la conseguente cessione di calore da parte del corpo.
Il nostro organismo produce continuamente calore (termogenesi) come sottoprodotto delle trasformazioni chimiche (metabolismo) che avvengono continuamente in tutte le cellule. Se il calore prodotto non fosse eliminato, durante il riposo muscolare e in condizioni ambientali normali, la temperatura media del corpo umano aumenterebbe di circa 1,5°C ogni ora.
L’organismo riesce mantenere un equilibrio dinamico tra ingresso (termogenesi e assorbimento) e uscita di calore (termodispersione) dal sistema, principalmente mediante l’evaporazione di acqua delle mucose (favorita dalla respirazione) e la sudorazione (circa 30 ml di sudore/h nella persiratio insensibilis). Per questo, la temperatura corporea si mantiene costantemente intorno ai 37°C, in quanto il corpo elimina tanto calore quanto ne assorbe o produce.
Febbre vs colpo di calore
La febbre non va confusa con il colpo di calore, un episodio particolarmente grave, in cui l’elevato aumento di temperatura non è spontaneo, ma causato da un evento esterno, come il salire su un’automobile rimasta per ore sotto il sole rovente.
Il centro regolatore della temperatura corporea è localizzato a livello ipotalamico. Questo “termostato” fisiologico non solo è in grado di ricevere segnali dai recettori periferici (caldo – freddo), ma è anche direttamente sensibile alla temperatura del sangue che lo irrora. L’ipotalamo, a sua volta, genera segnali efferenti che influenzano la produzione e la dispersione del calore, attraverso il sistema simpatico e somatomotorio.
La febbre di per sé non è uno stato patologico, ma un sintomo che insorge in risposta ad una determinata malattia.
La febbre dipende da una modificazione del valore di set point, regolato dall’ipotalamo, che obbliga il sistema di termoregolazione ad innalzare la temperatura corporea in maniera controllata a valori più alti del normale.
Molto spesso, la febbre costituisce una risposta a infezioni batteriche o virali che stimolano alcune cellule del sistema immunitario (globuli bianchi) a proliferare ed a secernere diverse sostanze chimiche, tra cui le citochine. Alcune di queste agiscono sui centri termoregolatori cerebrali innalzando il valore del set point ed agiscono pertanto come pirogeni (induttori della febbre). Poiché l’aumento della temperatura indotto dai pirogeni endogeni (IL-1 e TNF-α) stimola un aumento della velocità di molte risposte immunitarie contro i microrganismi invasori, la febbre è considerata benefica, poiché migliora la capacità dell’organismo di difendersi. Considerato, poi, che la maggior parte dei patogeni viene uccisa ad una temperatura prossima ai 40°C, la febbre rappresenta una preziosa difesa per il nostro organismo.
Le citochine possiedono anche un’azione dolorifica e provocano disappetenza, nausea e malessere generale. Tutto ciò spiega l’associazione della febbre a classici sintomi come il mal di testa e l’indolenzimento muscolare.
L’ipotalamo riesce ad aumentare la temperatura corporea controllando le funzioni di molti organi e tessuti. Tra le numerose armi che il nostro corpo ha a disposizione per aumentare la quantità di calore prodotto, limitando al tempo stesso le dispersioni, ricordiamo:
L’aumento della temperatura si associa da un lato ad una riduzione della proliferazione dei microrganismi patogeni e dall’altro ad un sensibile incremento dell’attività delle cellule con funzione immunitaria. Basti pensare che un incremento di mezzo grado rispetto ai valori normali è sufficiente ad aumentare considerevolmente la risposta dei linfociti B e T contro i microrganismi patogeni.
Classificazione della febbre
Sulla base della temperatura registrata, la febbre è classificata come:
- Febbricola: se la febbre non supera i 38°C
- Febbre lieve: temperatura compresa tra 38-38,5°C
- Febbre moderata: 38,5-39°C
- Febbre elevata: 39-39,5°C
- Iperpiressia: 39,5°-41°C
In base al suo andamento, la febbre è definita:
L’esordio della febbre può associarsi ad altre manifestazioni (presenti o meno a seconda della causa che la determina):
Altri possibili segnali d’allarme correlati alla febbre, che devono essere riferiti tempestivamente al proprio medico di base, sono:
Come abbiamo visto, la risposta febbrile altro non è che un potente ed efficace mezzo di difesa. L’aumento di temperatura può essere considerato, quindi, come una vera e propria medicina che il nostro corpo possiede per difendersi da infezioni virali e batteriche.
Privare l’organismo di un sostegno così importante assumendo farmaci antipiretici (in grado di abbassare la temperatura corporea), potrebbe in molti casi avere effetto contrario rispetto a quanto sperato.
Per esempio, l’utilizzo di antibiotici può abbassare le difese immunitarie andando ad eliminare non solo i batteri patogeni, ma anche quelli utili. Inoltre, se la malattia è causata da virus, questa classe di farmaci si dimostra non solo del tutto inefficace ma addirittura nociva perché, per i motivi sopraccitati, allunga i tempi di guarigione e favorisce il ripetersi di nuovi episodi infettivi.
Dunque, se la febbre non è particolarmente elevata, la terapia più efficace è il riposo abbinato alle classiche raccomandazioni che prevedono il consumo di pasti facilmente digeribili, l’abbondante assunzione di acqua e l’astensione da fumo o alcolici.
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